Gli studenti con disturbi specifici di apprendimento (DSA) non hanno difficoltà cognitive o di comprensione, ma di memorizzazione e automatizzazione di alcune procedure in ambito scolastico. Per supportare questi studenti e ridurre le conseguenze emotive che ne possono derivare, il consiglio di classe redige il Piano Didattico Personalizzato (PDP) per favorire il raggiungimento del successo formativo degli studenti.
Il Piano Didattico Personalizzato (PDP) è un documento scolastico ufficiale che riporta il progetto educativo dedicato agli studenti con queste esigenze.
In una serie di tre articoli il Centro per l’Età Evolutiva ne illustra le caratteristiche: nelle scorse settimane abbiamo pubblicato i primi due, nel primo l’attenzione si è concentrata su cos’è e come funziona mentre nel secondo sull’importanza della rete scuola-famiglia. Questa volta ci soffermiamo sulle domande che più frequentemente vengono poste dai genitori.
Il PDP è un documento obbligatorio?
Secondo il DM del 12/07/11: “La scuola garantisce ed esplicita, nei confronti di alunni e studenti con DSA, interventi didattici individualizzati e personalizzati anche attraverso la redazione di un Piano didattico personalizzato”. Una migliore specificazione la forniscono le Linee guida MIUR (par. 3.1) “Le attività di recupero individualizzato, le modalità didattiche personalizzate, nonché gli strumenti compensativi e le misure dispensative dovranno essere dalle istituzioni scolastiche esplicitate e formalizzate, al fine di assicurare uno strumento utile alla continuità didattica e alla condivisione con la famiglia delle iniziative intraprese (…) Tale documentazione può acquisire la forma del Piano Didattico Personalizzato”. “La scuola predispone, nelle forme ritenute idonee e in tempi che non superino il primo trimestre scolastico, un documento (…) precisandone i contenuti.”
La scuola ha, quindi, l’obbligo di documentare gli interventi che sta attivando in favore del ragazzo (può farlo sotto forma di PDP o di altro tipo di relazione) ma il PDP, come strumento di programmazione è obbligatorio.
Per le diagnosi presentate nel corso dell’anno scolastico la scuola è obbligata a redigere il PDP o sussiste una scadenza?
Le Linee Guida affermano che il PDP va compilato entro il primo trimestre scolastico. Anche se non specificato, si può presupporre che per le diagnosi consegnate ad anno iniziato, la scuola abbia tre mesi di tempo per formularlo.
Nell’ultimo anno della scuola secondaria di primo e secondo grado si evidenzia, tuttavia l’importanza di depositare la certificazione diagnostica entro il 31 marzo per consentire gli adempimenti connessi agli esami di Stato (R.A. n. 140 del 2012 art. 1.3 e C.M. 8 prot.561 marzo 2013)
Gli obiettivi disciplinari vengono modificati nel PDP?
Nel PDP si parla di personalizzazione e di individualizzazione dell’apprendimento in riferimento a metodologie, tempi e strumenti che devono essere differenziati ma non tale diversificazione NON fa riferimento agli obiettivi a differenza di quanto avviene per gli studenti con disabilità.
La difficoltà per i ragazzi con DSA non è nella capacità cognitiva di apprendere ma nell’abilità di saper accedere alla conoscenza attraverso i canali o gli strumenti utilizzati dai normolettori. A seconda delle difficoltà del ragazzo è, tuttavia, possibile che in alcune materie i docenti propongano all’interno del PDP il raggiungimento degli obiettivi minimi (gli stessi contenuti degli obiettivi della classe ma in una forma più semplificata).
Tali modifiche riguardano, quindi, aspetti marginali degli obiettivi disciplinari, che non devono interferire con l’acquisizione di competenze fondamentali. Il modo particolare di apprendere degli alunni con DSA deve essere uno stimolo a creare ambienti di apprendimento in grado di promuovere aspetti motivazionali, affettivi e relazionali, processi cognitivi e metacognitivi che sono alla base dell’apprendimento significativo.
Pensare alla individuazione di modifiche negli obiettivi disciplinari vuol dire considerare l’insegnamento non come accumulo di nozioni, di memorizzazioni di regole e di semplice esposizione di contenuti immagazzinati, ma piuttosto come capacità di:
- sollecitare processi di apprendimento significativo,
- favorire la ristrutturazione attiva della mappa personale,
- sostenere la disponibilità al compito,
- stimolare il coinvolgimento cognitivo e affettivo degli alunni.
Qual è la differenza tra esonero e dispensa nella lingua straniera?
Le Linee guida al punto 4.4 precisano che “l’esonero riguarda l’insegnamento della lingua straniera nel suo complesso, mentre la dispensa concerne unicamente le prestazioni in forma scritta.” Quindi la dispensa prevede una prova orale sostitutiva di quella scritta, mentre in situazioni limite di gravità certificata, con l’accordo della famiglia, dello studente e del Consiglio di classe può essere previsto l’esonero dall’insegnamento della lingua straniera.
Ciò comporta che in caso di esonero negli esami di Stato non si avrebbe accesso al Diploma, ma solo ad una attestazione finale.
Anche all’Università è previsto un PDP?
No. All’Università non esiste il PDP. I ragazzi con una diagnosi di DSA possono usufruire di misure dispensative, strumenti compensativi e modalità di verifica nel corso del loro percorso universitario così come previsto dall’art. 6.7 delle Linee Guida del 2011 e dalle Linee Guida del CNUDD del 2014.
Gli studenti con DSA hanno diritto di utilizzare gli strumenti compensativi previsti nel vecchio PDP fino alla redazione del nuovo?
Sì. Il PDP non ha una data di scadenza pertanto in attesa della redazione del nuovo PDP il ragazzo potrà avvalersi degli strumenti compensative e delle misure dispensative concordate ed utilizzate in precedenza.
Gli studenti in attesa del loro primo PDP hanno diritto ad usare gli strumenti compensativi consigliati nella diagnosi depositata in segreteria o durante il periodo di osservazione e/o test di ingresso non posso avvalersi di tali ausili?
All’interno della certificazione depositata in segreteria sono generalmente elencati gli strumenti compensativi e le misure dispensative che permettono al ragazzo di esprimere al meglio il suo potenziale, pertanto in attesa della formalizzazione ufficiale del PDP devono venir attuate preventivamente le misure indicate in tale documentazione. In una nota il MIUR interpellato in merito, dopo numerose segnalazioni, evidenzia, infatti, come “Gli eventuali voti negativi ottenuti senza strumenti compensativi e le misure dispensative vanno riconsiderati alla luce del PDP e non possono assolutamente fare media. I test di ingresso essendo tali non dovrebbero a priori fare media”.
Qualora il ragazzo non avesse un DSA è possibile richiedere la redazione del PDP per Bisogni Educativi Speciali?
Nel caso in cui la situazione del ragazzo non fosse riconducibile a quanto previsto dalla legge 170/2010 né alla legge 104/1992 la decisione di redigere o meno un PDP è lasciata alla discrezionalità del consiglio di classe. La famiglia può, comunque, farne richiesta; in caso di risposta negativa il consiglio deve verbalizzarne il motivo. Qualora fosse, invece, la famiglia a rifiutare la proposta di un PDP deve anch’essa motivare per iscritto il diniego alla firma.