Il disegno infantile è una modalità espressiva molto importante per i bambini, poiché consente di creare un ponte fra lui e il mondo esterno, lasciando il proprio segno. Lo utilizzano spontaneamente con grande piacere sia nella vita quotidiana, sia all’interno di un percorso psicologico, di diagnosi, consulenza o psicoterapia.
I disegni variano con l’età e con le capacità motorie o intellettive del bambino, con lo sviluppo della sua capacità simbolica e della possibilità di raffigurazione.
Attraverso il disegno il bambino può rappresentare il proprio mondo interno, i propri vissuti, le proprie fantasie, le paure, i sogni o i desideri. Il disegno fissa delle tracce visibili di quelle emozioni che sembrano inesprimibili con altri mezzi. Esso diventa quindi un importante strumento di comunicazione, nonché di diagnosi e di intervento.
E’ importante tenere conto dei seguenti aspetti:
- La natura del tratto grafico e il tratto grafico in sé.
- L’evoluzione del disegno.
- La funzione rappresentativo-simbolica.
- Concetto di spazialità e competenze percettivo-corporeo.
Inizialmente il disegno è la semplice espressione del gesto, è la traccia che necessita di un mediatore (dito o matita), poi le tracce permangono e vengono reiterate e quindi inizia l’uso del pensiero e il tentativo di disciplinare quel gesto sentendosene causa. Questa fase inziale, quella dello scarabocchio, pone le basi per quelle successive, in cui il bambino inizia a notare una somiglianza fra il suo disegno e la realtà esterna.
Nel processo di identificazione, che accompagna il bambino fino ai 4-5 anni circa, il bambino disegna ciò che conosce di un oggetto e non come lo vede. Di conseguenza, l’oggetto rappresentato viene sintetizzato in alcuni tratti distintivi, sufficienti a renderlo riconoscibile.
Nella stanza di terapia i bambini ci parlano attraverso il disegno e ci dicono cose che non sarebbero in grado di spiegare con le parole. Poiché è un’attività spesso gradita e familiare al bambino, i terapeuti utilizzano il disegno come modalità per entrare velocemente in contatto con i piccoli e stabilire una prima modalità relazionale e di comunicazione. È uno strumento fondamentale per comprendere gli stati emotivi e gli atteggiamenti che i bambini non riescono a esprimere a parole. Consente quindi una lettura attenta e significativa del suo mondo interno e dei suoi bisogni emotivi.
Una formazione specifica del clinico permette di interpretare gli elementi grafici e il loro significato, inserendoli nel contesto familiare e sociale del bambino.
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