Il termine dell’anno scolastico coincide per tanti ragazzi con gli esami di fine ciclo. Il momento è quasi arrivato e dopo simulazioni, preparazioni, recuperi ed un percorso condiviso con compagni ed insegnanti si è giunti al momento tanto atteso e…da molti anche temuto!

“Che ansia non sono pronto! Mi dimenticherò tutto! Chissà che domande mi faranno! E se non sapessi rispondere?”

 ANSIA DI COSA STIAMO PARLANDO? Sfatiamo alcuni miti

L’ansia è un’emozione che tutti sperimentiamo ed ha un valore adattivo, ovvero ci aiuta ad attivare le risorse necessarie di fronte a situazioni percepite come pericolose o sfidanti. Prepara il nostro organismo ad attivarsi ed a mettere in gioco tutte le energie necessarie per affrontare delle sfide: provare un certo livello di ansia per gli imminenti esami consente di sostenere uno studio efficace. Il primo mito da sfatare è che “bisogna imparare a non agitarsi”, perché come tutte le emozioni è una sfumatura della nostra emotività e quindi la possiamo sperimentare.

Il secondo mito è che “l’ansia sia sinonimo di preoccupazione” ma sappiamo che si manifesta con diverse modalità:

-sintomi comportamentali: tendenza ed evitare la situazione temuta (es. non studiare) o adozione di comportamenti protettivi (es. necessità di farsi accompagnare)

-sintomi cognitivi: sensazione di dimenticare quanto appreso e senso di crescente allarme per qualsiasi cosa accada

-sintomi fisici: tensione muscolare, vertigini, mancanza di respiro, palpitazioni e  dolore cardiaco possono essere i campanelli d’allarme con i quali il nostro fisico esprime l’accrescimento dell’attivazione ansiogena.

Il terzo mito riguarda la tendenza a minimizzare la portata del valore interferente dell’ansia “è solo ansia, passerà”: molte persone riferiscono di sentirsi ansiose e sotto stress e questo talvolta comporta una sottovalutazione dell’impatto del sintomo. Se l’ansia è eccessiva e non proporzionata alla situazione il ragazzo vive un disagio significativo: in primo luogo questo deve essere riconosciuto e non banalizzato dagli adulti che lo circondano.

ESAMI: COSA C’E’ IN GIOCO?

Se stai leggendo questo articolo probabilmente sei un ragazzo o un genitore che a breve si confronterà con gli esami. Prova a fare questo piccolo esperimento: chiediti cosa è importante per te nel momento in cui farai /o tuo figlio/a farà l’esame? 

L’immagine che apparirà nella tua mente o le parole che scorreranno sotto forma di pensieri racchiudono il valore che per te ha questo momento.

“Liberazione, stanchezza, soddisfazione, scelta, fine, risultato, università, maturità, indipendenza, impegno…”

Ecco alcune delle immagini che ho raccolto in questo periodo dai giovani pazienti e dai loro genitori.

Ognuno vive l’esperienza della valutazione finale in maniera unica, portandosi carichi diversi di paure, aspettative, fatiche e soddisfazioni.

Essere consapevoli di tutto questo permette ai ragazzi di vivere gli esami come una possibilità per concretizzare un desiderio oppure guardare ad un nuovo percorso  carichi di entusiasmo. Avere chiara la direzione, perché possano avere un valore per sé stessi, è il primo passo affinché siano un’esperienza autentica e anche emozionante.

Per qualcuno l’esperimento potrebbe evocare preoccupazioni: paura di fallire,  incertezza riguardo al proprio futuro oppure in merito alla propria immagine di studenti ideale (“per me sarebbe terribile se non uscissi con 100, non sarei soddisfatta!”). In questi casi riconoscere questi pensieri è importante per non assecondarli, dargli valore, alimentarli.

COME PREPARARSI “PSICOLOGICAMENTE” AGLI ESAMI
  • Organizzare un piano di lavoro sostenibile e realistico in base alle proprie necessità e obiettivi: questo ti permetterà di sentirti più efficace nella preparazione
  • Non stravolgere le tue routine: pur concentrando le energie sullo studio, ritagliati dei momenti per praticare le tue attività sportive, gli hobby ed uscire con gli amici.
  • Presta attenzione al benessere psicofisico: dormi con regolarità, mangia sano e impara ad ascoltare i segnali del tuo corpo. Come sta?
  • Nei momenti di pausa dedica qualche istante alla pratica della meditazione: portare per qualche minuto l’attenzione sul proprio respiro, notare la differenza tra l’inspirazione e l’inspirazione, concentrarsi solo su queste sensazioni aiuta a recuperare energie ed a rallentare.
  • Esprimi ciò che senti: ansia, preoccupazione, fatica. Non c’è un giusto modo di “sentire” e affrontare il momento degli esami: riconoscere ciò che provi e denominarlo aiuta a dargli un limite ed a sentirsi meno sopraffatti.

Se l’esperienza degli esami attiva delle risposte ansiogene molto intense forse è l’occasione per riflettere con un professionista riguardo alle modalità con cui si gestisce l’emotività durante le prove (forse è accaduto già anche in passato di sentirsi in ansia per le verifiche e/o interrogazioni?) e trovare gli strumenti per comprenderne la natura delle reazioni e le modalità per gestirle in maniera più funzionale.

Presso il Centro per l’Età Evolutiva puoi trovare professionisti che ti accompagnano in questo percorso di conoscenza di sé e con i quali sperimentare anche tecniche di rilassamento, Training Autogeno e Mindfulness.