Quante volte abbiamo dedicato del tempo ad insegnare ai nostri figli come utilizzare, spendere o investire i soldi? Dalle indagini effettuate negli ultimi anni pare che come genitori non lo facciamo mai o quasi!
Il tema soldi appare nelle conversazioni tra genitori e figli tendenzialmente tardi, in età adolescenziale, quando le richieste dei figli spesso si fanno più pressanti per uscire con gli amici o in occasione del loro primo viaggio all’estero in cui ci poniamo il problema di quanti soldi dare loro e facciamo mille raccomandazioni (all’ultimo!) su come gestirli.
Insomma, non siamo molto capaci di preparare i nostri figli a maneggiare i soldi e quando lo facciamo è più sull’onda dell’emergenza che dell’insegnamento: ma è un errore sottovalutare questo tema, perché questa è una competenza che dovranno sviluppare sicuramente nella loro vita, sia nel caso in cui disporranno di pochi soldi che tanti!
Perché non parliamo di soldi con i figli
Sono diversi i motivi per cui i genitori non ritengono di parlare di soldi con i figli: capita di pensare “non sono esperto di finanza, per cui cosa posso insegnare?” “i figli sono troppo piccoli, non capiscono ancora, i soldi sono una cosa da grandi… meglio lasciar perdere…” “non so a quale età parlare di soldi e non so con quali strumenti o esempi farlo…”
La scuola, del resto, non prevede un insegnamento formalizzato in tal senso, anche se negli ultimi anni grazie ad un’iniziativa congiunta del Ministero dell’Istruzione e di quelli dell’Economia e Finanza e dello Sviluppo Economico sono state organizzate iniziative di sensibilizzazione, come ad esempio il Mese dell’Educazione Finanziaria, in cui vengono proposti una serie di incontri dedicati sia agli studenti che agli insegnanti (www.quellocheconta.gov.it).
E noi…come abbiamo “imparato”?
Il modo in cui noi stessi gestiamo i soldi pare molto correlato alle abitudini apprese, più che all’acquisizione di conoscenze. In sostanza facciamo spesso quello che abbiamo osservato dai nostri stessi genitori o ci lasciamo guidare dal nostro istinto e lo facciamo generalmente in modo automatico, senza aver acquisito nozioni e conoscenze che ci permettano di fare scelte riflessive e consapevoli.
Le ricerche internazionali pongono infatti l’Italia agli ultimi posti dei Paesi dell’OCSE per livello di conoscenze finanziarie.
E’ stato lo psicologo israeliano Daniel Kahneman, premio Nobel per l’Economia, che ha dimostrato scientificamente come le nostre decisioni, anche in ambito finanziario, sono guidate soprattutto da fattori emotivi e istintivi che razionali.
In un mondo sempre più complesso in cui le transazioni finanziarie sono sempre più diversificate e gli strumenti di pagamento aumentano, è sempre più necessario conoscere e sentirsi preparati per fare scelte per saper guidare i nostri figli.
Consapevole è un approccio basato sulle conoscenze, non sulle abitudini!
Un approccio consapevole è infatti basato sulle conoscenze, non sulle abitudini: questo è il senso dell’educazione finanziaria ed è il più bel regalo che possiamo fare ai nostri figli.
Alcuni consigli utili
- Si può cominciare fin da piccoli – In età prescolare i bambini conoscono i numeri e sanno quantificare gli oggetti: a questa età generalmente i bambini sono in grado di riconoscere quanti sono i pezzi di lego o di puzzle così come le monetine e sanno riconoscere se ce ne sono di più o di meno da una parte o dall’altra del tavolo su cui stiamo giocando. La quantificazione degli oggetti, e quindi dei soldi, inizia già in età prescolare e da questo momento i bambini possono già iniziare ad apprendere il concetto di quantità di denaro.
- Saper distinguere tra bisogno e desiderio – Un altro insegnamento funzionale all’uso consapevole del denaro è la distinzione tra bisogno e desiderio: con esempi, concessioni o rifiuti il bambino apprende che certe richieste non soddisfatte provocano frustrazione ma che non sono indispensabili. Attraverso le esperienze e la spiegazione dei genitori il bambino impara a distinguere che il raggiungimento di un desiderio è bello e gratificante, mentre il soddisfacimento di un bisogno è necessario.
- L’importanza del risparmio – Dal desiderio al risparmio: se voglio un oggetto che mi piace devo fare qualcosa per ottenerlo. Può essere utile insegnare al bambino che può ottenere un gioco o un premio al di fuori dei regali “comandati” raccogliendo in un salvadanaio le monete che i genitori e i nonni gli danno regolarmente. Un principio molto antico e semplice ma sempre valido: per esaudire i tuoi sogni ti serve un piano, del tempo e un lavoro (risparmiare le monete). In questo modo insegniamo ai figli che il tempo e il lavoro impiegati corrispondono al valore dell’oggetto che desiderano.
- Insegnare l’attesa, ovvero meglio una gallina domani (piuttosto di un uovo oggi) – Principio sempre attuale, soprattutto al giorno d’oggi in cui è molto facile avere tutto e subito con un click di smartphone. I nostri figli non sanno più aspettare e tendono a soddisfare nell’immediato i propri desideri, mentre qualcosa che ha valore val bene l’attesa.
- Gestire piccole quantità di soldi in autonomia – La paghetta è lo strumento per eccellenza per fare pratica con il denaro, cominciando dall’età di 8-9 anni. Ma qual è il momento giusto? E quanti soldi è meglio dare? Ogni famiglia può personalizzarla a modo suo, ma alcuni criteri di riferimento possono essere questi: fino ai 13-14 anni può andare bene una somma settimanale di circa 30 centesimi per ogni anno del bambino, mentre con gli adolescenti è meglio avere una prospettiva mensile di 2 euro per ogni anno di età. I figli devono sapere che i soldi della paghetta devono essere divisi tra il budget A relativo agli acquisti a breve termine di svago e piacere, mentre il budget B è quello relativo al risparmio che consente di acquistare beni di maggior valore ma dilazionati nel tempo.
- Sbagliare permette di imparare – Se si tratta di piccole somme di denaro lasciare che i figli commettano anche degli sbagli nell’uso della paghetta perché l’errore è uno strumento molto utile per l’apprendimento, l’importante è che genitori e figli parlino poi degli errori commessi, affinchè questi diventino esperienze educative.
Continueremo a pubblicare “pillole di educazione finanziaria” per genitori, vi forniremo esempi e spunti per insegnare ai vostri figli il valore dei soldi. Se avete dubbi o domande o volete condividere il vostro modo di insegnare ai figli l’uso dei soldi potete scriverci per stimolare un confronto anche con altri genitori.
Gian Marco Marzocchi (psicologo) gianmarco.marzocchi@centroetaevolutiva.it
Marzio Salaroli (consulente finanziario) marzio.salaroli@gmail.com