Il tutor rappresenta un facilitatore dell’apprendimento che promuove un atteggiamento efficace, competente e autonomo rispetto allo studio.
La particolarità dei percorsi di tutoring è l’attenzione alle modalità con cui il singolo bambino o ragazzo affronta lo studio e l’esecuzione dei compiti.
Il tutor, partendo dalle competenze e dallo stile cognitivo dello studente, lo aiuta a individuare uno metodo di lavoro efficace, strategico e personale.
Non si tratta solo di supportare lo studente nello studio individuale (come nelle consuete “ripetizioni”) ma favorire una progressiva consapevolezza delle sue modalità di apprendimento e delle strategie più efficaci per favorire lo sviluppo di uno studio in autonomia.
Dove nasce la figura del tutor?
Il tutor è una figura che nasce all’interno del contesto scolastico. La legge Moratti del 2003 per la prima volta descrive questa professione come “una figura con funzione di supporto, di tutorato, di coordinamento dell’attività educativa, didattica …”, e successivamente nel Decreto Legge n.59/2004 si presenta il tutor come figura di riferimento per alunni e genitori.
Nel corso degli anni con il termine tutor si identificano tutte le figure professionali che perseguono tali finalità anche in ambito famigliare o nei piccoli gruppi di studio, come i doposcuola specialistici.
Quali competenze possiede il tutor?
Il tutor è una figura professionale che possiede adeguate competenze nell’ambito psicologico, pedagogico ed educativo.
Al tutor sono richieste conoscenze relative ai meccanismi neuropsicologici (linguaggio, memoria, attenzione, funzioni esecutive) implicati nell’apprendimento scolastico, per progettare e proporre allo studente gli strumenti e le modalità più adatti per il proprio studio.
Sono importanti anche le competenze psico-educative per poter fare osservazioni volte a strutturare interventi sui comportamenti disfunzionali. Spesso durante lo svolgimento delle attività di studio si possono riscontrare episodi di oppositività o evitamento, che interferiscono in maniera significativa con la gestione delle richieste scolastiche e con il benessere del ragazzo.
Infine risultano cruciali le attitudini personali del tutor:
- la capacità di ascolto,
- l’empatia,
- la pazienza,
- la creatività,
- le buone capacità organizzative.
Tali aspetti aiutano a creare un’alleanza di lavoro con il ragazzo e un clima di collaborazione efficace con la famiglia.
Ad oggi non vi è una specifica normativa che delinea le competenze dei tutor che lavorano in ambito domiciliare, né Albi ufficiali.
Le competenze psicologiche e pedagogiche possono essere approfondite in maniera specifica con una formazione mirata, un aggiornamento costante, il confronto con i colleghi e la supervisione con specialisti di riferimento, soprattutto per i ragazzi che presentano una difficoltà specifica.
In quali situazione è utile ricorrere ad un tutor?
I genitori possono ricorrere a percorsi di tutoring per diverse motivazioni.
Se il bambino presenta Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) il tutor può supportare in maniera adeguata le problematicità d’apprendimento: propone l’utilizzo di approcci specifici (es. strumenti compensativi per la lettura, costruzione di mappe concettuali, strumenti pro-memoria, ecc..…), valorizza i suoi punti di forza e favorisce la maturazione di un adeguato senso di autoefficacia scolastica (“ce la posso fare anche io”).
Anche i genitori di ragazzi con Difficoltà di Attenzione e /Iperattività (ADHD) molto spesso vivono la gestione dei compiti in maniera stressate, in questi casi è utile affidarsi ad una figura esterna, che in maniera professionale aiuti il ragazzo a sviluppare un metodo di lavoro strategico (es. migliore l’organizzazione dei suoi materiali e del suo studio) e motivante (es. con un sistema di rinforzi e gratificazioni).
In altre situazioni il ragazzo potrebbe essere poco autonomo perché presenta difficoltà aspecifiche (es. nella comprensione dei testi, lentezza nell’elaborazione, ecc) oppure legate a carenze organizzative e metodologiche (es. tendenza a procrastinare, scarsa pianificazione dello studio), tali per cui diventa necessario un percorso di tutoring volto a scoprire le modalità più idonee alla gestione delle fatiche nello studio.
La nostra esperienza nei percorsi di tutoring
Il Centro per l’età evolutiva sostiene una presa in carico integrata rispetto alle difficoltà di apprendimento, attentive e comportamentali. In tale prospettiva lo specialista favorisce la costruzione di una rete di lavoro con i genitori, gli insegnanti e il tutor, tesa a promuovere il benessere del bambino (che nel 2011 abbiamo scritto in un libro “La presa in carico dei bambini con ADHD e DSA”, a cura di Marzocchi e Centro per l’Età Evolutiva).
Quando nasce?
Dal 2012 sono stati iniziati i primi corsi di formazione per tutor, sia nell’ambito dei Disturbi specifici di apprendimento (DSA), sia nell’ambito delle difficoltà attentive e comportamentali (ADHD).
Su cosa si lavora?
I corsi si basano su un buon livello di approfondimento delle competenze implicate nei percorsi di tutoring e la possibilità di sperimentarle nelle numerose esercitazioni pratiche che vengono proposte (es. costruzione di strumenti compensativi, applicazione di strategie di comprensione, utilizzo di strumenti tecnologici). L’analisi dei casi clinici riportati dai formatori sulla base della loro esperienza clinica, costituiscono un’ulteriore occasione per contestualizzare la formazione proposta.
A Giugno 2020 è prevista la prima edizione on-line del corso tutor base, affinchè si possa garantire un’opportunità formativa agli operatori che vogliono approfondire questo ambito.