Nello sviluppo di un bambino accade molto spesso di attraversare la fase dei “NO”, momento che raggiunge il suo apice verso i 2 anni. In questo periodo, estremamente complesso per i genitori, anche le cose più semplici, che fino al giorno prima venivano affrontate senza contestazioni, diventano ostacoli insormontabili.

E’ una fase molto importante nella crescita del bambino: è il periodo in cui sviluppa la consapevolezza di essere un soggetto “separato”, a sé stante rispetto ai genitori. E’ un passaggio fondamentale per la costruzione della sua identità, e l’opposizione e la contestazione diventano i mezzi per poterla raggiungere, guidato dal forte desiderio di autonomia e indipendenza.

Vuole far parte del mondo dei grandi, così ricco di stimoli e novità, ma che cognitivamente ed emotivamente non è ancora alla sua portata. Vuole esplorare i limiti, per vedere fin dove può arrivare, procedendo per tentativi ed errori, e il genitore diventa il principale interlocutore.

Questo periodo può essere molto difficile e faticoso per i genitori.

COME POSSIAMO SOPRAVVIVERE COME GENITORI?

Non esistono purtroppo indicazioni o regole valide per tutti e che possano garantire un radicale cambio di atteggiamento, ma sicuramente come genitori possiamo mettere in atto alcuni comportamenti che ci possono aiutare a rendere più comprensibile e gestibile questa fase.

Eccone alcuni:

  • DARE UN NOME ALLE EMOZIONI

Il bambino è immerso in un turbinio di emozioni nuove, generate dalle sue continue conquiste quotidiane. Non sapendo ancora come gestirle, ha bisogno dell’adulto per contenerle e darle un significato. È importante riconoscere il bisogno del bambino nella sua opposizione, dando un nome all’emozione che prova, senza necessariamente accontentarlo.

Se è ora di andare via dal parco giochi e la risposta è sempre no, (forse) si può dire: “Lo so che è molto brutto interrompere questo gioco e che fa molto arrabbiare, ti sto chiedendo una cosa molto difficile”. In questo modo il bambino si può sentire riconosciuto e compreso, e spesso (ma non sempre!) è sufficiente per poter trovare una valida alternativa.

  • FORNIRE SOLO DUE POSSIBILITA’

Spesso avere troppa scelta o non averla proprio è per i bambini molto confondente. Se ha due possibilità è più facile dargli una alternativa e lasciargli la libertà (ma non troppa) di scegliere per sé. La scelta della merenda può essere complessa. Offrendo due opzioni di cibo (entrambe accettabili), aiutiamo il bambino a riconoscere i suoi desideri ea prendere una decisione consapevole.

  • NON FARE DOMANDE RETORICHE

A questa età è molto complesso per i bambini cogliere le domande retoriche perché non sempre riescono a comprendere la logica che ci sta dietro. Se è necessario svolgere una determinata attività, allora è meglio essere assertivi, piuttosto che fare una domanda a cui non possiamo accettare una risposta negativa. Questo non significa (purtroppo) che non si opporrà, ma evitiamo di dargli l’illusione di una possibilità che in realtà non c’è.

  • SPIEGARE L’OBIETTIVO FINALE PRIMA DI FARE LA RICHIESTA

Per i bambini avere un programma di quello che si farà è un modo per poter avere il controllo e la consapevolezza di quello che dovrà succedere. Questo gli consente di poter capire il motivo della richiesta e quindi di accettare più facilmente ciò che si andrà a chiedere. Se l’obiettivo è quello di mettere il pigiama si potrebbe dire: “fra poco dobbiamo andare a fare la nanna, quindi dobbiamo mettere via i giochi e poi mettere il pigiama”; piuttosto che “andiamo a mettere il pigiama?”.

  • UTILIZZARE L’IRONIA

Questa è l’arma più potente che i genitori possono usare per SE’ STESSI (e fra loro), non per prendere in giro il bambino, ma per smorzare la grossa tensione e fatica che questo atteggiamento fa scaturire nell’adulto. E’ un modo per alleggerire il grande carico emotivo che questa fase richiede, e per strappare un sorriso anche nei momenti più complessi.

Nella quotidianità può essere molto difficile come genitori riuscire a mettere in pratica questi accorgimenti, senza farci trasportare dalla intensa (e normalissima!) emotività che questi momenti fanno scaturire.

Cerchiamo di essere più tolleranti e comprensivi possibili e se capiamo che non ce la facciamo…chiediamo aiuto! Chiedere una consulenza a un professionista può aiutarci a sentirci meno soli e più compresi nelle difficoltà genitoriali.

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