Il movimento: corpo e mente
Corpo, movimento e motricità, nell’immaginario collettivo occidentale, vengono spesso considerati come separati da mente, idee e intelligenza. Tuttavia è risaputo nell’ambito delle neuroscienze che qualsiasi movimento noi compiamo sia frutto dell’integrazione tra le informazioni che ci giungono dall’ambiente e dal nostro corpo nello spazio.
A partire da questa integrazione si genera un’idea motoria, che deve poi arrivare in modo veloce ed efficiente dal cervello fino ai muscoli. Vista, udito, tatto, apparato vestibolare, sistema propriocettivo, cervello, muscoli lavorano insieme e producono in modo coordinato il movimento.
Tutto questo complesso sistema si sviluppa durante i primi anni di vita e arriva a compimento intorno ai 7 anni: a quest’età le competenze motorie di base del bambino sono assimilabili a quelle di un adulto e poi perfezionabili e specializzabili durante la crescita.
Le difficoltà nel movimento
Quando invece sono evidenti difficoltà motorie nei primi anni di vita, si può pensare che ciò possa essere dovuto a una funzione alterata tra quelle alla base del movimento, come vista o udito. In questi casi è consigliabile effettuare approfondimenti per comprendere quali siano le cause.
Una volta accertato che la difficoltà sia prettamente motoria, però, non bisogna sottovalutare il problema, poiché può essere collegata ad altri meccanismi dello sviluppo neuropsicologico, tra cui l’apprendimento.
Disgrafia e disprassia possono essere dei correlati ai Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) ma hanno una loro autonomia; infatti dal DSM-5 (Manuale Statistico Diagnostico) la diagnosi di Disturbo della Coordinazione Motoria è stata inserita all’interno dei Disturbi del Neurosviluppo, ossia quelle condizioni di difficoltà specifiche che hanno un impatto sullo sviluppo globale del bambino.
Disturbo della Coordinazione Motoria
I bambini con questo disturbo risultano impacciati, scoordinati, lenti nel loro movimento. Hanno una seria difficoltà nell’ideazione del movimento, nella sua programmazione motoria o nell’esecuzione.
Di conseguenza, già durante la scuola dell’infanzia, non sono attratti dall’esplorazione del corpo, si muovono poco e rifiutano di disegnare, diversamente dai loro coetanei.
Le difficoltà possono sfociare in scarsa autostima, inibizione del movimento per paura di sbagliare e, crescendo, in difficoltà di apprendimento e di scrittura.
Un problema ulteriore è l’attuale mancanza di consapevolezza comune riguardo al Disturbo della Coordinazione Motoria, proprio perché si è portati a pensare che un semplice impaccio non possa avere grandi conseguenze. Invece questo disturbo interessa circa il 5% della popolazione e purtroppo non migliora spontaneamente durante la crescita.
Dunque, a 7 anni i bambini con Disturbo della Coordinazione Motoria si trovano alla scuola primaria con difficoltà importanti e già strutturate, oltre a disturbi secondari.
Cosa si può fare?
La strategia migliore, di fronte a un bambino che pare impacciato è osservare attentamente il suo comportamento e il suo movimento.
Si può anzitutto guardare alle abilità motorie, che siano fluenti in tutti i distretti corporei: braccia, tronco, gambe, bocca e mani. Le due metà del corpo, destra e sinistra, devono risultare simmetriche e integrate, sia durante un movimento, sia nella sua simulazione senza la presenza dell’oggetto.
Ecco alcune abilità motorie del bambino da osservare e da stimolare per tenere monitorate le prassie e la coordinazione motoria nella quotidianità, sia con utilizzo dell’oggetto, sia “facendo finta”:
- Calciare la palla, scavalcare gli ostacoli, battere con forza i piedi sul pavimento
- Salutare, battere il cinque, mandare un bacio, fare “no” con il dito, indicare un aereo in cielo
- Pettinarsi, soffiarsi il naso, battere con un martello, tagliare con le forbici, aprire la porta con le chiavi, avvitare un barattolo, disegnare, suonare il pianoforte, passare la scopa sul pavimento, pulire i vetri, stirare, guidare l’automobile.
- Bere, spegnere le candeline, fare la linguaccia, fare le pernacchie, soffiare per fare le bolle
Come intervenire sul Disturbo della Coordinazione Motoria
Il Disturbo della Coordinazione Motoria, se identificato, diagnosticato e trattato precocemente, ha buone possibilità di miglioramento, sia per quanto riguarda gli schemi di movimento, sia in termini di consapevolezza, integrazione corporea e autostima.
Di questo disturbo si occupa il Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva, che interviene attraverso il gioco e il movimento lavora anche sulle competenze motorie.
La terapia è orientata a piccoli obiettivi volta per volta rinforzando soprattutto la motivazione e la finalità del movimento, per migliorare l’ideazione, la programmazione e l’esecuzione del gesto.
Si propongono giochi tattili, sensoriali, con forte componente emotiva, che sperimentino il piacere del movimento, dal globale al particolare. Questo permette di migliorare la percezione, l’integrazione sensoriale, la precisione nella selezione muscolare.
Con la crescita del bambino, il lavoro diventa più ideativo e di pianificazione, mentre dal punto di vista motorio si può effettuare un allenamento mirato. Anche la terapia di gruppo, meglio se con altri bambini con difficoltà motorie, è riportata come efficace in quanto consente di innescare un apprendimento per imitazione, tramite l’osservazione degli altri, e aumenta la possibilità di trasferire nella vita di tutti giorni i progressi effettuati nella stanza di terapia.